La Sala contemporanea del Museo della ceramica di Fiorano racconta la produzione proto industriale: sia nel settore dei laterizi con l'introduzione delle fornaci a ciclo continuo tipo Hoffman, sia nelle manifatture ceramiche di Sassuolo che a fianco della terraglia, della ceramica ingobbiata, invetriata, smaltata iniziano a produrre le prime piastrelle, ceramica da rivestimento e pavimento (Fabbrica Carlo Rubbiani).
In sala sono esposti i plastici, resi interattivi con filmati dedicati al laterizio, (di Giuseppe Cuoghi) della Cava e Fornace Carani di Fiorano, in Via Ghiarola vecchia, fondata nel 1886 da Giuseppe Carani. L’attività estrattiva di cava nel 1938 richiamò l’attenzione dell’archeologo Fernando Malavolti che ha trovato strati archeologici riferiti Neolitico antico e attribuiti da Malavolti alla “Cultura di Fiorano” (VI millennio a.C.), nome derivato dal luogo della scoperta.
Il Carani sostituì la vecchia fornace a fuoco intermittente con la nuova fornace Hoffmann a fuoco continuo, che utilizzava carbon fossile al posto della legna. La fornace Hoffmann rivoluzionò la produzione, riducendo i costi.
Il nuovo allestimento Fiorano, terra di fornaci (2021) è stato possibile con il contributo di IBC Patrimonio Culturale - Regione Emilia Romagna
La storia della produzione ceramica sul territorio continua: alle mattonelle in maiolica formate a mano, nella seconda metà dell'Ottocento si sostituiscono le piastrelle pressate a macchina.
Crediti
Curatori: Donato Labate, Stefania Spaggiari